Quest’anno le fraternità Francescane celebreranno i loro centenari. I cinque centenari fanno parte di un unico progetto tematico, che si svolgerà gradualmente secondo la cronologia degli eventi celebrati. Le basi teologiche di riferimento saranno i documenti del magistero della chiesa letti dalla prospettiva carismatica francescana. La celebrazione dei centenari ha lo scopo e la finalità di orientare il nostro sguardo verso il futuro e di rafforzare l’identità francescana. I centenari non sono destinati solo ad avere un impatto sulla Famiglia Francescana, ma è necessario investire in fantasia e creatività. Celebrare il centenario della Famiglia Francescana significa seguire Francesco nell’organizzazione dei tre ordini: il primo lo chiama dei Frati Minori, il secondo diventa delle Povere Dame e il terzo dei Penitenti che comprende l’uno e l’altro sesso. Tutta la sua vita è stata un cammino di restituzione perché solo l’uomo che non tiene nulla per sé, ma dona tutto sé stesso riesce a camminare in fraternità guidato dal desiderio del Sommo Bene. Il poverello ha saputo riconoscere che tutto nella sua vita è stato un dono gratuito dell’amore di Dio, come egli stesso afferma nel suo testamento. Celebrare la regola significa che nessun membro della famiglia Francescana professa la regola privatamente, perché è chiamato a vivere il vangelo in fraternità. Celebrare la regola bollata come Famiglia Francescana è un’opportunità per conoscerci di più, per promuovere la comunione e la fiducia reciproca tra di noi, per riscoprire l’importanza di sognare insieme e per aprire nuovi cammini evangelici che ci permettano di diventare una fraternità aperta e in uscita. C’è poi la celebrazione del Natale di Greccio. Il poverello si ferma a Greccio perché vuole considerare la concretezza dell’Incarnazione, cioè la semplicità, e l’umiltà del figlio di Dio. Celebrare il centenario del Natale è un invito a fermarci di fronte al mistero dell’incarnazione per contemplare la grandezza dell’amore divino per l’umanità. A seguire c’è poi la celebrazione del dono delle stimmate. Francesco si ritira alla Verna per realizzare una quaresima di digiuno e preghiera. Sulla Verna, il desiderio profondo, che animava il poverello a seguire Cristo e a conformarsi totalmente a lui, si realizza nell’incontro con il crocifisso, che gli imprime nel cuore e nel corpo i segni dell’amore. Il centenario dell’impressione delle stimmate è un invito a recuperare nella vita quotidiana la dimensione del silenzio e della contemplazione o per meglio dire il desiderio che ci permette di ascoltare noi stessi, gli altri e Dio. Francesco di Assisi è quasi completamente cieco quando compone il cantico delle creature. Ciò nonostante egli riesce a cogliere le meraviglie del creato e la presenza del Creatore. Tutte le creature sono fratelli e sorelle perché opera e dono dello stesso autore. Celebrare il cantico delle creature ci invita a sostituire al possesso la cura della nostra casa comune. Ultima celebrazione la Pasqua di Francesco. Nella società contemporanea, il pensiero della morte viene spesso rimosso perché ci ricorda che siamo creature limitate e lascia scoperte quelle false sicurezze che ci fanno sentire padroni del tempo e della vita. Francesco accoglie sorella morte cantando, perché ha capito che essa non è la fine di tutto, ma il fine che ci permette di incontrare Dio. La Pasqua di Francesco ci ricorda che ogni giorno è una opportunità per ricominciare, per rinnovare la nostra risposta alla chiamata del Signore che ci invia al mondo intero per rendergli testimonianza. Questi in sintesi i cinque centenari francescani che ci accompagneranno nei prossimi anni. Dio ci conceda la grazia di seguirli, capirli e mettere in pratica gli insegnamenti che da essi verranno. Pace e bene.
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