Il pane si presenta in forme molto variegate e, spesso, anche fantasiose; ma vi è una caratteristica che è comune a tutte, ed è quella di essere adatto alla nostra presa con le mani. Molti cibi hanno bisogno di un piatto o di un contenitore di qualche tipo, e poi anche di particolari posate per poter essere assunti; invece, il primo contenitore del pane è la mano.
Ci sono parole che solo le mani sanno comprendere, ci sono tenerezze che solo le mani sanno apprezzare, ci sono affetti che solo le mani sanno ricevere e comunicare, ci sono beni che solo le mani possono offrire e ci sono legami che solo le mani possono spezzare.

Prima di essere assunto il pane è passato per una lunga catena di mani: quelle del contadino, quelle del mugnaio, quelle del fornaio, quelle della mamma o del papà, o dell’amico o, forse, di uno sconosciuto. Di tutte queste mani, perlopiù, non rimane alcun ricordo; nemmeno delle “ultime”, quelle nostre, senza le quali il pane non potrebbe raggiungere il suo scopo. Ma forse, più di tutte, oggi si dimenticano le “prime”, ossia le mani di Colui dal quale è iniziata la lunga catena di passaggi che hanno portato, anche oggi, il pane sulla nostra tavola.
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